L’arrivo in aereo in terra islandese regala un paesaggio commovente, dall’alto. Le nuvole e il ghiaccio si confondono in un bianco disorientante; la costa di roccia vulcanica, nera, scivola nell’oceano formando macchie come di inchiostro. Alcuni viaggiatori, quando atterrano in un Paese sconosciuto, si muovono da ubriachi e forse il micidiale cocktail di emozioni, confusione aeroportuale, aria condizionata, li fa sentire proprio così. Queste persone, più sensibili di altre, possono provare un certo sconforto nell’attraversare in macchina le lande desolate e malinconiche della penisola di Reykjanes, dove si trova l’aeroporto internazionale di Keflavik. Se poi il viaggiatore sensibile ha appena lasciato la calda estate italiana per una vacanza nordica, subirà l’impatto con tipico il clima umido e ventoso dell’Islanda meridionale. La cura consigliata consiste nel recarsi il prima possibile in piscina. Le piscine pubbliche sono un toccasana per chi desidera rimettersi in sesto spendendo poco, in Islanda. Respirando a fondo nelle vasche d’acqua calda all’aperto, ci si rilassa, increduli di essere riusciti a percorrere il tragitto dallo spogliatoio con il costume bagnato, nell’aria fredda. Si assorbe tutto il calore possibile e quando si esce dall’acqua, ecco, la trasformazione è avvenuta: siamo tutti islandesi, non sentiamo più il freddo, il calore è dentro il nostro corpo, dentro alla nostra anima, l’acqua evapora dalla pelle per effetto del nostro stesso calore. Allora si capisce, forse, come un popolo nordico possa essere così accogliente e disponibile al contatto con estranei. Ecco spiegato come mai quell’energumeno vichingo seduto accanto a voi in aereo ha cercato per tutto il viaggio di mantenere viva la conversazione e alla fine vi ha anche dato il suo contatto, casomai vi trovaste in situazioni di emergenza. Sono caldi dentro, come la terra in cui vivono, che fornisce calore sufficiente a far crescere i pomodori vicino al Circolo Polare Artico!
Uno dei tratti più famosi e spettacolari dell’isola è la presenza di numerosi vulcani attivi o quiescenti, spesso coperti da cappelli di ghiaccio che li nasconde alla vista analitica di scienziati indiscreti. Quando il vulcano si risveglia sotto la coltre ghiacciata, succede di tutto: il ghiaccio prima si spacca e collassa, poi fluisce, si scioglie, l’acqua inonda le valli; si innescano eruzioni esplosive, che saturano l’atmosfera di cenere; la terra si spacca e dalle fratture risalgono pennacchi di lava, che illuminano la notte per settimane, mesi, in alcuni casi addirittura anni.
Attraversando le lande semideserte dell’Islanda centrale puoi immaginare tutto lo spettacolo, leggendolo negli enormi campi lavici antichi e recenti, nelle lave a forma di cuscino, nei mòberg, nelle imponenti colonne di basalto.
Il cielo di Islanda cambia rapidamente. Ora un azzurro entusiasmante domina le nuvole frettolose, ma fra un attimo, forse, dovremo mettere il cappuccio per ripararci dal vento bagnato. Conviene adattarsi in fretta a questo spirito mutevole! Lo spettacolo che offre la luce cangiante che gioca con gli elementi del paesaggio può valere, di per se’, un viaggio. Nel nord dell’Islanda ho assistito ai tramonti più lunghi e infuocati della mia vita. E il lago dei cigni tra le montagne dello Skagafjrdur illuminate di luce rosa, sembrava una visione uscita da qualche storia di elfi.
Oppure devo averlo sognato…
Irene Fantone
Anche quest anno Panda Trek propone l’ Islanda, con un programma in giro con la geologa. Nel 2015 andiamo camminare tra le montagne colorate di Landmannalaugar e nel parco di Thingvellir.